Nel nostro mondo non sono ammessi errori, ripensamenti, riflessioni inverse alla direzione che prende il mondo. E allora come fare quando ci sentiamo sbagliati, soli, emarginati, non compresi?
Ci si ferma.
Un minuto, un’ora, un giorno, un mese, il tempo necessario per entrare in ascolto con ciò che sentiamo.
L’ascolto, l’esperienza del sentire è intima e personale. Ognuno ha il suo modo per entrarci. Io suggerisco di sedersi su un tappetino e praticare yoga, oppure una respirazione. Per chi non se la sente può optare per una passeggiata in silenzio in un bosco oppure al mare.
Sentire ciò che porta il nostro cuore è come sedersi al cospetto di un vecchio amico e fare l’esperienza dell’incontro, della vicinanza, dell’empatia. Si esce arricchiti, più forti, incoraggiati.
Per questo è importante sviluppare un piccolo rituale, scegliere una pratica da seguire, una sadhana come la chiama lo yoga, perché prima di perdersi del tutto in questo mondo, possiamo ritrovarci.
Yoga significa unire corpo, mente e spirito e Unire significa Comprendere che l’altro, il diverso è solo la parte che ci completa, perchè in fondo,
Tutti Siamo Uno.
Tutti Siamo Uno.
Tutti Siamo Uno.