L’anamnesi alimentare è una delle parti più importanti durante la prima visita del paziente. Quando ricevo per la prima volta un cliente nel mio studio, cerco di raccogliere tutte quelle informazioni funzionali per costruire una vera e propria dieta su misura.
Nel mio colloquio chiedo sempre al paziente qual è la sua giornata tipo:
• se preferisce o meno fare colazione oppure preferisce “rinforzare” la merenda del pomeriggio;
• cosa mangia di solito a pranzo;
• se riesce a tornare da lavoro a casa e quanto tempo ha a disposizione per mettersi ai fornelli;
• se preferisce la pasta al pane;
• se preferisce una dieta semplice e immediata oppure qualcosa che stimoli di più la fantasia.
Un regime alimentare equilibrato permette di garantire un corretto apporto di nutrienti per soddisfare il fabbisogno dell’organismo e, attraverso i cibi giusti, si possono prevenire diversi tipi di patologie. Ma la cosa più importante nell’alimentazione è il PIACERE. La cultura della dieta influisce negativamente sulla nostra relazione con il cibo e con l’immagine corporea. Sensi di colpa, diete restrittive, momenti di perdita di controllo e conflitti con lo specchio sono il frutto di una serie di comportamenti disfunzionali che gettano le radici proprio in una dieta.
Una vera dieta deve invece rispettare i tuoi gusti, come un bel vestito cucito su misura. Ciò accade quando il nutrizionista non stravolge del tutto le tue abitudini, ma semplicemente cerca di riequilibrarle. Questo è quanto cerco di mettere in atto quando stendo un piano alimentare bilanciato. Tutto questo ovviamente amplifica il mio sforzo lavorativo, ma è nulla a confronto la gioia del paziente che si meraviglia di se stesso di come riesce a seguire bene il piano alimentare.